Giovani Sposi

o… Marò ‘a Lavatrice!!

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Relazione genn.’07:TI SENTO, MA TI ASCOLTO ANCHE?

Posted by francescoi su gennaio 18, 2007

RELAZIONE INCONTRO GENNAIO 2007

Come dicono i telegiornali… questa edizione andrà in onda in versione ridotta… a causa dell’assenza, all’incontro, della nostra fondamentale “coppia verbalizzatrice” (Fausta e Fulvio).
A casa nostra (Francesco a Laura) ci siamo incontrati con Fabio e Alessandra e Amalia e Alessandro.
Dopo un breve ristoro a base di rustici portati da Alessandra, ci siamo confrontati sull’ipotesi di seguire, per il futuro, una nuova “strategia”, cioè il libro della Comunità di Caresto dal titolo “L’amore è… una coppia!; esercizi per migliorare le relazioni affettive per i fidanzati e gli sposi” (ed. Gribaudi, 2002). Il libro è incentrato sulla “comunicazione nella coppia”, e ci è sembrato subito in linea con la tematica che volevamo seguire nei nostri incontri. Si divide in quattro parti: l’ascolto-le decisioni-il litigio-la riconciliazione. Inoltre, l’organizzazione del libro, molto agile e per piccole schede (un racconto preceduto da una domanda a cui gli sposi cercano di dare un risposta prima di leggere poi il racconto stesso, ci è sembrato adatto allo “stile” che abbiamo sempre cercato di dare ai nostri incontri (per giovani coppie, quest’anno, per giovani fidanzati, gli anni scorsi). Così, abbiamo letto la domanda-titolo del primo paragrafo della parte “L’ascolto”, che è: “Che differenza c’è tra udire e ascoltare?”. Ciascuno, all’interno della coppia ha risposto ciò che ne pensava, e, pur non essendovi esplicitamente costretti dalla domanda stessa, nessuno si è limitato a dire cosa in teoria fosse l’udire e l’ascoltare, ma ha riportato esempi di come ciascuno ha vissuto e vive questa differenza, rispetto a sé e a coloro che ci circondano. Qualcuno ha detto che a volte si è trovato ad udire (con le orecchie) e non ascoltare (col cuore), altri hanno definito il non-ascoltatore come colui che non riesce a mettersi nei panni dell’altro, nel suo punto di vista. Abbiamo anche parlato di cosa può aiutarci ad ascoltarci davvero, qualcuno ha riferito che per ora ha “sposato” la strategia di non avere la TV in cucina, in modo da conservarsi questo momento per la comunicazione. Tutti siamo stati d’accordo, anche se ciò è un’esigenza che forse dovrà adattarsi in futuro con le esigenze della famiglia, che sono sempre in divenire. Sono state riportate anche altre opinioni che la sottoscritta un po’ non riporta per diritto di privacy, un po’ perché non è abile quanto la “titolare verbalizzatrice”. Alessandra poi ha letto le tre paginette del libro sul racconto di un’esperienza di udire/ascoltare.
La nuova strategia del libro è piaciuta ed è stata per ora adottata anche perché aiuta un gruppo come il nostro, completamente autogestito e senza una vera e propria coppia-guida, a non passare tutto il tempo a raccontarsi solo dei viaggi di nozze, dei lavori a casa o di altre problematiche materiali.
Ciò non toglie ovviamente, che si potrà accantonare questa tematica, qualora qualcuno di noi voglia parlare di un argomento più urgente o più pertinente al momento che si sta vivendo.
Ad esempio per una parte della serata ci siamo scambiati i nostri stati d’animo riguardo una tragedia avvenuta ad una coppia conosciuta durante il corso prematrimoniale, di cui il marito da poco è morto improvvisamente lasciando la sua sposa con la loro creatura dentro di sé.
Ci siamo quindi salutati accompagnandoci, oltre che da un calendario della solidarietà offerto da me e Francesco (in sostegno di un progetto di formazione insegnanti in Centrafrica), anche con il proposito di riflettere sulla domanda del libro, che sarà (a meno di cambiamenti) il tema del prossimo incontro e cioè: “Ti consideri un buon ascoltatore?”.

Laura

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